di Vito Discrede
I fischi e i cori di disapprovazione alla fine della partita col Cittadella (0-1) certificano la crisi nera in casa del Palermo.
Già prima del gol partita di Pandolfi in pieno recupero, sul risultato di parità a occhiali, era partita l contestazione (civilissima) dei supporters rosanero, stanchi dell’ennesima prova incolore dei loro beniamini; la vittoria striminzita col Brescia aveva celato gli scricchiolii continuo in tema di gioco e manovra, già evidenti da tempo e acuitisi nelle ultime quattro gare.
Vista dalla Gradinata e dal vivo da chi scrive, la partita e’ stata un supplizio sportivo:
a memoria pensiamo che solo una volta gli uomini di Corini hanno centrato la porta.
In entrambi i tempi nessuna trama di gioco apprezzabile, nessuna foga o forcing, nessuna azione degna di questo nome.
Tanta confusione e imprecisione e, una novità, una condizione fisica apparsa sin da subito precaria.
Il primo tempo è filato via velocemente, col Palermo che ha provato a fare la gara, ma il Citta l’ha subito rintuzzato, ingabbiando i mediani davanti la difesa (Stulac e Gomes), e pressando sulle fasce.
Da segnalare un paio di situazioni iniziale con protagonista in negativo Insigne (in una ha cincischiato in piena area perdendo l’attimo buono), uno degli acquisti che sta rendendo al peggio in questo inizio di stagione.
Di qui lo stillicidio di lanci lunghi dei centrali locali o di Pigliacelli, che hanno più di una volta irritato i 18mila presenti.
Pochissimi da segnalare e 0-0 al riposo.
Le speranze di una ripresa migliore sono state a dir poco disattese.
Se il primo tempo era stato brutto, il secondo è stata una via crucis per gli sportivi palermitani: l’elettroencefalogramma dei rosanero e’ risultato piatto per tutto il tempo; a nulla sono valsi i cambie l’ incitamento costante dei tifosi, i rosanero nervoso e caotici sono naufragati nei loro difetti, palesatisi già durante il campionato e spesso all’inizio nascosti dal risultato pieno.
Il Cittadella incredulo ha aspettato e gestito con tranquillità, col pubblico che cominciava a mugugnare e a beccare Corini (in tribuna squalificato) e i giocatori.
E quando a dieci dal termine lo 0-0 sembrava il risultato più ovvio, Lucioni e compagni hanno cominciato ad arrancare indietreggiando paurosamente, Gorini e i suoi hanno capito che l’impresa era a portata di mano.
Il Cittadella ha cominciato a crederci, alzando il baricentro e creando qualche mischia, col Palermo che ha subito e sbandato di brutto, rintanandosi sempre più indietro e incapace di una benché minima ripartenza.
In pieno recupero Pandolfi di testa ha siglato il gol vittoria mandando tutti a casa.
La contestazione a Corini è ai suoi e’ stata civile ma dura e senza fronzoli.
Tutti i settori dello stadio hanno fischiato sonoramente e richiesto rispetto e impegno.
Mai dalla rifondazione del 2019 si era assistito a una protesta così vibrante (l’ultima che ricordiamo a memoria fu a mister Tedino nel 2018 era zamparini), che è continuata nel dopo partita anche davanti la tribuna centrale, dove i tifosi hanno continuato a farsi sentire.
Palla alla società che dovrà analizzare un momento nero, dai più non messo in preventivo.
Fatto e’ che la frattura tra pubblico, squadra e sopratutto mister e’ acclarata e indubbia.
Il City grou si dovrà muovere all’ombra di un ambiente stanco, deluso e amareggiato che ha sempre garantito apporto e sostegno.
La sosta sembra arrivare al punto giusto per fare una riflessione profonda e analitica, la palla che scotta adesso passa al management societario.
Una cosa appare certa: da ieri Corini e i suoi uomini sono tutti in discussione.