di Vito Discrede
Un bagno di folla e di sudore Palermo-Cosenza: oltre 25mila persone a quasi trenta gradi a sera inoltrata, per un’estate infinita.
Si punta al poker di vittorie, non si parla d’altro e si pensa addirittura già alla prossima, martedì a Venezia.
C’e’ euforia, tanta, palpabile e gradevole; l’avversario sembra quelli giusto, al netto della nomea dei lupi silani simbolo dei calabresi.
Ma già dall’inizio si capisce che non sarà una gara in discesa: i rossoblu risultano organizzati e con un Tutino in più nel motore, sarà indiavolato per tutta la gara l’ex rosanero.
Il Palermo traccheggia, prova a sfondare con Di Mariano e Di Francesco, ma non e’ mai pericoloso, affidandosi spesso alle giocate dei singoli e non sviluppando manovre fluide.
E’ il Cosenza a sfiorare il vantaggio su uno svarione della difesa di casa: Forte da buona posizione non Angola molto e Pigliacelli sventa.
Lo 0-0 al riposo certifica un leit motiv rosanero: Feralpi a parte, gli uomini di Corini hanno un atteggiamento attendista, certi alla luce del loro tasso tecnico e dalla difesa arcigna,di sbloccarla prima o poi.
E ci crediamo anche noi in gradinata, dove fiduciosi sulla ripresa si pensa più al refrigerio e a dissetarsi, per la gioia del bar e dei ghiacciolari.
La ripresa e’ un copia incolla del primo tempo, con le squadre che si intruppano in mezzo e con gioco confuso.
Il Palermo c’ha l’occasione per sbloccarla dopo un quarto d’ora circa: capitan Brunori spara su Micai dopo un assist di Lucioni, timbrando la sua quinta gara senza gol.
E’ un’azione estemporanea, causata dalla foga del difensore rosanero bravo a tampinare Tutino, a togliergli la palla e ad avviare il contropiede.
Si perde tempo e si fanno vari cooling break.
Esce tuttavia il Cosenza che prima impegna Pigliacelli in una parata plastica, poi timbra il palo con un diagonale mortifero.
Per il Palermo un’occasione per il subentrato Mancuso che da ottima posizione cicca malamente.
In mezzo sostituzioni da una parte e dall’altra, che incidono poco specie nel Palermo.
E quando lo 0-0 sembra il risultato più logico della partita, a un minuto dal novantesimo Canotto subentra a Tutino (fischiato per qualche esuberanza di troppo).
“E’ quello della Reggina, quello del gol del play off…..”.
Ricorda bene il tifoso due file sotto: Canotto non si smentisce e ad inizio recupero pesca il jolly, un missile terra aria impossibile da prendere per chiunque.
Il Palermo accusa il colpo ma la reazione e’ confusa e il tempo e’ pochissimo.
Fischia l’arbitro e ci si sveglia, si torna alla dura realtà della cadetteria, dove tutte le squadre sono organizzate e nessuno vittima sacrificale.
La botta e’ forte: prima sconfitta dopo solo cinque giornate e per di più in casa, e la brutta sensazione di alcuni refrain già noti dall’anno scorso: poco gioco e idee, atteggiamento attendista e poco propositivo: in casa ci si deve fare di più, alla luce di organico e obiettivo promozione.
Scema deluso il popolo rosanero per le vie attorno alla favorita assieme al suo entusiasmo.
Nemmeno il tempo di leccarsi le ferite che fra tre giorni si va in laguna, per una gara più importante e piena di significati di quanto già in pronostico.
Da Mister Corini e dalla sua truppa i tifosi pretendono una reazione immediata.