Aprile 28, 2025

di Roberto Rizzuto

Nell’intervista preconfezionata di fine stagione resa ai microfoni del club, che possiamo ormai definire consueta, l’amministratore delegato del Palermo, Giovanni Gardini, oltre a ufficializare gli ingaggi di direttore sportivo e allenatore, nelle persone di Morgan De Sanctis e Alessio Dionisi e di questo diamo atto per queste scelte di grande spessore e qualità assoluta, ha tracciato un bilancio dell’ultimo campionato, con uno sguardo al prossimo.

Sono due i passaggi chiave, a nostro avviso, di questa intervista priva di contraddittorio.

Il primo, con riferimento ai risultati sportivi, è quello relativo all’affermazione secondo cui, a detta di Gardini, la promozione in serie A non debba rappresentare un assillo.

Parole che, alla luce delle ultime due stagioni più che deludenti in termini di risultati, fanno sobbalzare dalla sedia chi vorrebbe vedere, nel terzo anno di gestione del City Football Group, un Palermo finalmente ambizioso e strutturato per vincere il campionato di serie B.

Diversi, nell’intervista, sono i richiami di Gardini al Palermo come brand, come realtà in crescita sul piano commerciale ed extra sportivo, dimenticando però di osservare che sono proprio i risultati sportivi a creare e ad aiutare a diffondere globalmente il “marchio” di una società calcistica, oltre che a conquistare nuovi tifosi.

Si pensi ai casi di Manchester City ed Atalanta, che, fino a non molti anni fa, rappresentavano delle realtà marginali nel mondo del pallone e che, proprio grazie ai risultati ottenuti sul campo, seppur con filosofie, metodi e risorse differenti tra loro, hanno visto crescere esponenzialmente la propria presenza nell’industria calcio, ampliando notevolmente la base delle rispettive tifoserie con tanti nuovi appassionati e simpatizzanti.

Il secondo passaggio dell’intervista di Gardini da sottolineare riguarda le affermazioni che lasciano intendere come la società continuerà ad applicare il proprio discutibile modello comunicativo anche in futuro, lavando, sostanzialmente, i panni sporchi in famiglia, senza rendere conto alla piazza di ciò che accade.

È tutta l’intervista in sé, in ogni caso, a delineare un manifesto comunicativo di questa società: la scelta, per il secondo anno consecutivo, di consegnare il bilancio di fine stagione ai microfoni del proprio ufficio stampa, e non attraverso una conferenza, è indicativa di un modus operandi che svilisce il ruolo dei giornalisti e, con essi, anche quello dei tifosi che proprio alla stampa si affidano per seguire la propria squadra del cuore.

1 thought on “L’intervista di Gardini: un manifesto del modus operandi del Palermo

  1. Condivido in pieno l’articolo di Rizzuto che rappresenta il mio pensiero. Gardini parla e si comporta come un semplice burocrate che deve solo fare il proprio. Il calcio è passione ed emozioni. Lui mi emoziona con la stessa intensità chw provo quando ricevo una,cartella esattoriale

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