di Vito Discrede
Il Palermo è a play off.
La matematica arriva in modo strano, tra contestazioni e fischi prima, durante e alla fine!dell’ennesima partita in chiaro scuro.
In sintesi: una partita coi botti.
Il 2-2 con l’Ascoli e’ stata la fotografia di una stagione, che al netto della guida tecnica, ha certificato che i pronostici della vigilia erano generosi nei confronti di un gruppo forse sopravalutato, ma che comunque non è riuscito a dare ciò che l’ambiente tutto si aspettava.
Troppo i gap dai primi posti, troppe le sconfitte, troppe le reti subite, troppe le amnesie di gioco e tecniche.
E siccome il “troppo stroppia”, una volta tanto il calcio si rivela scienza: stavolta i numeri inchiodano il Palermo, che va alla lotteria dei play off, ma lo fa fra i suoi tifosi imbifaliti e non sapendo ancora in che posizione.
“E meno male che manca una giornata……” già perché negli ultimi due mesi il Palermo ha avuto non rendimento e ancor peggio nelle gare col nuovo mister: Mignani aspetta ancora di vincere dopo ben 6 gare con solo pereggi e sconfitte.
A dire il vero ieri l’ha mancata di un soffio in pieno recupero e l’avrebbe magari portata a casa con merito, ma il suo Palermo è apparso ancora malato, specie per quel secondo tempo rinunciatario, dove preferendo aspettare e gestire si è consegnato all’avversario.
E siccome l’errore o la buccia di banana difensiva sono il leit motiv della stagione rosanero, il dazio pagato alla fine seppur alto e’ parso quasi una conseguenza naturale di ciò visto in campo.
La gara era iniziata con la contestazione degli ultras che disertavano i loro settori per un quarto d’ora e con un Palermo volitivo che passava in vantaggio già al primo minuto e collezionava occasioni per raddoppiare.
Per venticinque minuti era un monologo, che veniva spezzato d’improvviso dal pari di testa di Caligara che sfruttava l’ennesima disattenzione difensiva stagionale rosanero.
Si era attorno alla mezz’ora e la gara era stata interrotta prima del gol per il lancio di alcuni petardi dal lato della curva nord dove nel frattempo gli ultras erano entrati (per tutta la gara solo incitamento a maglia e colori, e settori abbandonati a dieci minuti dalla fine).
Il Palermo reagiva subito a dire il vero, trovando il vantaggio e andando al riposo sul 2-1, tanto meritato e un po’ stretto.
Il secondo tempo era un monologo dell’Ascoli; attenzione non che la squadra di Carrera mostrasse chissà quale spartito d’iniziativa, tuttavia era il Palermo a consegnarsi con un atteggiamento tutto rivolto al controllo del risultato e alla gestione della gara in attesa del colpo del ko.
E al netto di qualche occasione la cosa sembrava andare in porto; nel finale tuttavia l’Ascoli, con l’acqua alla gola e non avendo nulla da perdere ci provava convintamente, mettendo alla frusta la difesa e l’estremo rosanero: fioccavano i cross e gli angoli, poche le vere occasioni.
La gara pareva decisa quando in pieno recupero al minuto 93’ il dieci bianconero Caligara pescava il jolly dal limite dell’area, su ribattuta dopo l’ennesimo corner (ben 7 nella sola ripresa).
Mignani restava al palo coi suoi giocatori, centrando i play off sotto bordate di fischi, non sapendo ancora tuttavia in che posizione li si giocheranno (possibili tutti e tre i numeri della griglia).
Decisiva in questo senso sarà la gara di venerdì col sudtirol: vincendola e’ certa la sesta piazza vantaggiosa nel primo turno della post season.
La speranza (non avvalorata dalle prestazioni viste) è che proprio in quel di Bolzano il Palermo regali e si regali)la prima vittoria del nuovo corso, una necessaria esigenza per provare a giocare i play off in migliori condizioni tecniche e ambientali.