di Vito Discrede
La scritta “Cremonese-Palermo risultato finale 2-2”campeggia ancora sullo schermo, a illuminare le facce stralunate di chi un’oretta prima gongolava, in vantaggio a fine primo tempo di due gol e un uomo!!!
C’è delusione, rimpianto per l’ennesima occasione persa dal Palermo di dare un segnale chiaro e di svolta al suo campionato di serie B.
Nessun dramma (sportivo) attenzione, ma la sensazione che queste partite “cannate” alla fine possano contare in modo decisivo comincia a prendere consistenza: tutto rimane possibile e intatto, ma il gruppo delle concorrenti e’ lì e non molla, facendo presagire una lotta a quattro per un posto in pAradiso (il Parma sembra avere salutato).
Per un pari allo Zini chi scrive e tanti altri avrebbero firmato a occhi chiusi; ora a fine partita gli occhi sono sgranati e persi nel vuoto…..
“Occhi chini e mani vacanti”.
La gara in sé è stata bella ed emozionante: stadio sold out, tifoserie appassionate e calorose, alla faccia del tempo uggioso tipicamente del periodo.
Anche il campo ha dato lustro a due squadre forti, meritevoli del posto che occupano in graduatoria e di lottare per la A.
I padroni di casa sono partiti lancia in resta, facendo quello che ci si aspettava: con tutta quella qualità dalla cintola in su attaccare viene naturale, d’istinto.
Poi uno snodo: un cross, un mani in area grigiorossa, il var, rigore ed espulsione.
Palermo in vantaggio col penalty di Brunori dopo meno di venti minuti.
A sorpresa.
Stroppa e i suoi protestano ma incassano il colpo alla grande, provando a tenere il pallino del gioco anche in dieci.
Ma l’inerzia della gara è cambiata e il Palermo non soffre più; il raddoppio sul finire del primo tempo sembra annunciato ed è molto bello.
Gomes recupera un ennesimo pallone e attiva con un filtrante Diakite sull’out di destra; il terzino dal fondo scodella all’indietro trovando a rimorchio il tap in di Ranocchia, che cala il suo quarto gol consecutivo siglando lo 0-2.
Inutile nasconderlo: a fine primo tempo la partita sembra in ghiaccio e oltre.
Non c’è nessun presupposto, nessuna avvisagli che possa fare presagire quello che sta per accadere.
Il contesto, l’avversario, l’importanza della gara, impongono l’attenzione e la concentrazione massima, specie nei primi minuti della ripresa, fondamentali.
E proprio tra i minuti 48 e 50 si consuma quello che non ti aspetti, un film purtroppo già visto in questa stagione.
La Cremo esce dagli spogliatoi come se non ci fosse un domani; gli uomini di Corini ci restano.
Fatto e’ che Vazquez r compagni, sembrano taranti lati e non in meno, e nel giro di cinque minuti la pareggiano, mandando in visibilio i tifosi grigiorossi , e in terapia intensiva quelli rosanero.
Bella e possibile la rimonta della Cremonese che però, si cheta forse paga del risultato o strategicamente.
C’è una vita ancora, più di quaranta minuti e recupero, la palla passa al Palermo.
Siamo più rintronati noi più dei nostri giocatori, ci striamo qualche minuto per raccapezzarci…….
“Occhi chini e mani vacanti”, risuona nel salone e nella mia testa un vecchio adagio caro a mia Madre, che lo profferiva sempre quando tornando da scuola le raccontavamo di un gran bel voto mancato (a nostro dire) per sfortuna o cause inspiegabili.
Ci ricomponiamo a fatica; siamo in più ma non si vede tanto. Mister Corini cambia tanto, ma i dirimpettai non mollano facendo vedere tutta la loro forza pur deficienti di un’unità.
E’ solo sul finire, quando il cronometro e il campo pesante fiaccano le gambe lombarde, che i nostri hanno le occasioni per vincerla; ma i tiri di Traorè’ e di Mancuso (due subentrati) non trovano il bersaglio, per pochi centimetri e per il piede del portiere di casa.
E forse è giusto così alla luce di una gara segnata dalla performance dei grigiorossi, autori di una di quelle che nel calci passa come “impresa”, di quelle cose che scaldano il cuore del tifoso a qualsiasi latitudine.
Lo si vede alla fine: Stroppa e i suoi si abbracciano senza fine; il Palermo va sotto la curva quasi mestamente, applaudito dai i suoi splendidi tifosi, sempre presenti e appassionati.
Applausi che sanno di incitamento a scrollarsi di dosso il fatto appena accaduto, perché nulla è perduto con dodici giornate da giocare.
Rabbia e delusione tuttavia rimangono anche per i risultati degli altri campi che aumentano l’amaro in bocca.
Per fortuna si torna in campo quasi subito, già da martedì sera alla Favorita con la Ternana, giusto il tempo di sbollire e analizzare gli errori.
Si e’ ad un punto dove sbagliare o incappare in giornate come quelle di Cremona (che si aggiunge per dinamica e similitudini a Bari,Como e Parma) possono pesare sull’esito finale come macigni; il futuro ci dirà se il punto di ieri sarà stato guadagnato o mezza sconfitta.
Nulla è perduto o deciso sia beninteso, ma i jolly del mazzo sembrano finiti e abusarne sarebbe imperdonabile.