di Vito Discrede
Entrare alla Favorita o Renzo Barbera che dir si voglia e’ un’impresa per Palermo-Bari.
“Tonnelli in tirt!” Così la maschera ci accoglie davanti al nostro ingresso d’ordinanza in gradinata: folla biblica, come gli improperi man mano che il fischio d’inizio s’avvicina.
I controlli nonostante il guasto sono meticolosi eccome.
La cosa strana è come poi li’ dentro bombe carta e petardi si sprechino: misteri delle perquisizioni (più facili sulle persone perbene).
Entriamo che sono già passati dieci minuti e a detta dei già presenti ci siamo persi poco o nulla.
La cosa più interessante a quanto pare l’arrivo della tifoseria barese, con il loro striscione di “seguaci” e botti a gogo’.
La partita la fa il Palermo, con un inizio promettente, ma a passare rischia il Bari: Brunori salva sulla linea di porta un pallone che vale un gol.
I nuovi del Palermo si fanno onore: il colored Diakite al suo esordio ara la fascia destra con vigoria e foga non sempre lucide, ma apprezzate dal pubblico; da sue iniziative partono sempre azioni pericolose.
Ranocchia, già protagonista a Catanzaro, canta e porta la croce, da prototipo del centrocampista moderno.
La sblocca proprio lui sul finire del primo tempo con una volée da tennista di rete prestato al calcio.
Il vantaggio influenza i commenti all’intervallo: i padroni di casa, meritatamente in vantaggio, accusano ogni tanto amnesie difensive e di gioco in generale (specie in avanti, dove si cercano disperatamente le giocate delle ali insigne e di Francesco); tuttavia l’1-0 conforta, indirizza a più generosi giudizi i supportes rosanero: potenza insita de risultato.
Il primo quarto d’ora della ripresa e’ lo snodo cruciale della partita. Il Palermo, non sappiamo se per scelta o necessità, lascia il boccino del gioco al Bari, che alza il baricentro e comincia a credere nel pari.
Un paio di azioni pericolose e un altro salvataggio di Brunori sulla linea fanno addensare nubi nefaste sui quasi venti cinquemila presenti, che vengono diradate dal subentrato Checco Di Mariano che in meno di dieci minuti confeziona due assist per due colpi di testa che chiudono la gara.
Al 71’ per Ceccaroni e all’80’ per Jacopo Segre sempre più goleador testina d’oro.
Il Bari accusa il colpo, e colpi (proibiti) cominciano a volare in campo.
Anche sugli spalti la far si surriscalda: tra le due tifoserie non corre da sempre buon sangue e si sprecano cori, sfottò e botti a gogo’.
Gli ultimi minuti sono virtuli: il Palermo non affonda più, il Bari lo fa gradatamente aspettando il fischio finale, che arriva dopo quattro minuti di inutile recupero.
L’aquila rosanero si fa allo spiedo il galletto barese; il riferimento gastronomico si simboli delle due squadre, fotografa il match.
Il Palermo da continuità ai suoi risultati positivi recenti (terzo consecutivo, quarta vittoria in casa) e vede le piazze che contano per la promozione diretta.
Il mercato appena chiuso ha consegnato a mister Corini rinforzi di grande qualità, che hanno ancor di più arricchito la sua rosa.
Alibi finiti e pressione a tutta.
Le gare di questo mese di Febbraio diranno molto sulle ambizioni dei rosanero per puntare alle prime sue posizioni, passpartout per le porte della serie A.