E’ difficile scrivere alla fine di Palermo-Lecco in modo sereno, su una gara (persa) che si preannunciava tosta (in b non ci sono partite facili), ma che alla fine ha lasciato perplessi e imbufaliti per risultato e svolgimento.
Intanto alla faccia del nome, il Lecco ha dimostrato solidità e cinismo, facendo il match che doveva fare: squadra corta, reparti serrati, difesa arcigna e pronti a ripartire con il play Crociata e il pivot Novakovic sugli scudi.
In sintesi la squadra di Bonazzoli lascia agli altri l’incombenza di leccarsi…..le ferite.
Pre partita bellissimo con la Favorita imbandierata con quasi 25mila spettatori, entusiasmo palpabile in una domenica pomeriggio con cielo azzurro e tepore quasi estivo, alla faccia di ora solare e autunno inoltrato.
L’inizio dei rosanero e’ tambureggiante, Mancuso mette alla frusta il portiere ospite e il Lecco e’ subito costretto a guardia della propria area.
Corini disegna una formazione offensiva, senza Brunori (causa lutto familiare, in panca), ma con Vasic, Di Francesco, Mancuso e Soleri contemporaneamente nell’undici titolare.
Improvvisamente all’8’ i Lombardi passano: Novacovic, nel far salire la squadra, smista un pallone sull’out sinistra del Palermo, il cross taglia tutta l’area e dalla parte opposta trova Crociata solo che insacca.
Il Palermo incassa il colpo ma si riorganizza e riprende a cercare la rete.
Si apre una mezz’ora nella quale I rosanero producono almeno una mezza dozzina di situazioni per pareggiare e mai porta dell’estremo manzoniano Melgrati sembro’ più stregata.
Mancuso, Vasic, e un paio di volte Soleri vedono le loro conclusioni respinte dal portiere, salvate sulla linea o fuori di un niente.
E come spesso accade nel mondo della pelota, attorno al 40’ il Lecco con una micidiale ripartenza, trovava il raddoppio con Sersanti assistito dall’esperto.
Gli ultimi minuti del tempo vedevano la traversa di Stulac su punizione e il tap in alto di Soleri da pochi passi, a testimoniare una prima frazione beffarda per il Palermo sotto incredibilmente di due gol.
La ripresa si apriva con una parata di Pigliacelli e una traversa di Soleri con un colpo di testa.
E proprio mentre ci si aspettava di continuare l’arrembaggio all’area del Lecco, Lucioni e compagni entravano gradualmente in confusione.
Il Lecco serrava i ranghi e si abbassava a difesa dello straordinario risultato, e il Palermo cominciava a non trovare più il bandolo della matassa, con un palleggio sterile, cross dalla trequarti, manovra lenta e farraginosa.
Il cronometro scorreva e la gara si incanalava su binari che sorridevano agli ospiti che sino alla fine non correvano seri pericoli.
Il Palermo ci continuava a provare con foga e poca lucidità, riproponendo difetti nella manovra di proposizione noti che sembravano superati o quantomeno che i risultati avevano mitigato.
Il rigore realizzato in pieno recupero dal subentrato Brunori regalava un minuto scarso di brividi alla squadra di Bonazzoli che si ritrovava a festeggiare coi suoi tifosi una vittoria insperata alla vigilia.
Corini e i suoi in cerchio prima al centro del campo e poi sotto la curva in un mix di pochi fischi e applausi.
Quel gruppo coeso in mezzo al campo deve subito dare un segnale di riscossa, gia da sabato pomeriggio a Marassi contro la Samp di Pirlo.
il mio grande chiosatore, da buon saggio da un colpo al cerchio e uno alla botte
Solo che la botte è vuota picchi un vinu su vippi tutto Corini