di Vito Discrede
Sul motorino che ci riporta a casa l’aria fresca del tardo pomeriggio e’ una sorta di massaggio dopo due ore di sole sempre in faccia in gradinata……
E’ un venticello ancora più gradito visto che la nostra squadra del cuore ha vinto dopo quasi due mesi e ha fatto un gran balzo in classifica: e’ come se fossimo si un veliero in mezzo al mare spinto placidamente da Eolo verso casa, godendoci il refrigerio, e cielo e sogni a tinte rosanero…..
“Papà, essere tifosi del Palermo e’ una missione…..Si sfiora il masochismo…..”.
L’affermazione di mio figlio passa tra i due caschi e mi riporta alla realtà.
Partiamo dall’inizio.
Dall’ennesima gara a un orario inedito, sotto il sole cocente e coi soliti ventimila appassionati, che coi risultati alla mano di quasi tutte le partite della cadetteria, si dividono in due fazioni.
Ci sono gli “Aziendalisti” su posizioni filo societarie e vicine al tecnico Corini, per i quali va acquisita la certezza della salvezza migliorando prestazioni e classifica il più possibile; l’altra schiera i “Pasionari” invece e’ più critica, specie sull’operato del Mister, e pretende un colpo di reni per agganciare i play off e coltivare un’ambizione, un sogno a costo zero, in barba a tutte le dichiarazioni ufficiali dell’establishment societario.
Le due posizioni tuttavia sono unite da una stesso afflato: “s’avi a vinciri!”.
E nonostante l’ennesima formazione guardinga, il Palermo conclude i primi 45 minuti avanti di due gol.
Il risultato classico all’inglese (così il 2-0 viene contrassegnato dagli addetti ai lavori) sta addirittura stretto alla truppa di Corini, che dopo un inizio di studio, aveva messo sotto la Spal con una doppietta di bomber Brunori, collezionando sin da subito azioni e occasioni, e giocando a sprazzi un buon calcio.
Solo la generosità e lo strafalcione di Gennaro Tutino, assistito al bacio da Brunori, impediva ai rosa di chiudere la gara (clamoroso il suo tiro alle stelle a due passi dalla porta spalancata).
Il secondo tempo si apriva allo stesso modo, con un altro occasione divorata da Tutino, oggi più croce che delizia dei tifosi, che trovatosi davanti al portiere spallino decidere di servire un compagno al centro anziché tirare non chiudendo la gara.
E come sovente accade, un sereno e caldo pomeriggio di pallone, si trasformava in un girone infernale.
Sul calare della gara, causa corsa e temperatura, la Spal si trovava a dimezzare le distanze.
Cominciava un supplizio, fatto di imprecazioni e sostituzioni, di squadre stance sulle gambe e tifosi madidi di sudore sui ceci a fare i conti col cronometro.
Cominciavano le preghiere della Spal, fatte di lanci verso il fortino rosanero e di piroette del greco subentrato Fetzafidis, che, con il corpulento La Mantia e l’ex Rauti, sino alla fine
si dimenavano per agguantare il pari.
Il Palermo per la verità non correva grandi pericoli, ma grande era la trepidazione e l’ansia sugli spalti.
Il fischio finale dell’arbitro sanciva la vittoria tanto sudata quanto meritata del Palermo, che in questo pomeriggio assolato si ritrovava di botto in settima posizione, a quota 48 punti in piena zona play off.
Dopo tante occasioni perdute, la squadra di Corini adesso più che salva (!!!), ora ha in mano il suo destino non dipendendo più da altri.
Su quel motorino ci si gode il momento, lasciando per qualche ora patemi e ansie del missionario rosanero: felici e sognanti si torna a casa.