di Vito Discrede
“Quel ramo del lago di Como romperà l’incantesimo…..”, “A Como, comu vieni si cunta….”…..
Le citazioni pre gara dei miei amici Roby e Laura, davano un po’ di sale alla laguna lariana, a uno stadio Sinigaglia anch’esso baciato dagli oramai immancabili aficionados rosanero, sempre presenti alla faccia di distanze e divieti di sorta.
Il primo pensiero vedendo la posizione dello stadio va alla quantità di palloni che si potrebbero perdere sul lago su robuste spazzate all’antica……
Ah, se ci fosse capitan Biffi ci vorrebbero raccattapalle in gommone e una buona dose di palloni a bordo campo!
Il buon umore non manca e viene corroborato dal buon inizio degli uomini del Genio, che approcciano bene la gara, subito pericolosi e sul pezzo.
Nei primi venti minuti il Palermo colleziona ben tre palle gol, passando in vantaggio con Buttaro, che sfrutta un bel tiro dal limite di Brunori che si stampa sul palo: sulla ribattuta, il difensore romano (schierato a sorpresa esterno destro nel centrocampo a 5 in luogo dell’acciaccato Valente) insacca al volo nonostante il tentativo di parata di Gomis.
Il vantaggio e’ più che meritato e il Palermo, come spesso accaduto in questo girone di ritorno, ha il solo demerito di non chiuderla.
Infatti il Como si sveglia e la gara cambia.
Pigliacelli sventa un paio di pericolose sortite e su un ribaltamento di fronte i lariani ottengono un rigore per un’amnesia di Sala che, superato da un avversario nella sua zona, impatta con le sue gambe.
Il lungaccione “tirilluso” Cerri trasforma spiazzando l’estremo rosa.
Si va 1-1 (giusto) al riposo e nonostante una gara viva e mai noiosa, forte e’ la sensazione che potrebbe finire così.
La ripresa infatti e’ un possesso palla sterile di entrambe, forse più degli uomini di Corini, che a onor del vero cercano di fare la gara.
Attenzione, cercano ma trovano e producono ben poco, tanto che alla fine la casella dei tiri nello specchio della porta del secondo tempo sarà vuota.
E’ invece il Como, sornione e quasi sempre in attesa di ripartire, ad avere la migliore chance, con Gabriellono che, di dal centro vicini l’area del portiere, manca di testa un rigore in movimento mandando di un soffio fuori.
I cambi fanno più bene al Como (mister Longo ne effettua ben 3 dopo un quarto d’ora circa) che al Palermo, ma entrambe le squadre col passare dei minuti prendono consapevolezza della spartizione della posta, vivacchiando nella speranza di un episodio che non arriva.
Si torna a casa con l’ennesimo pareggio di questo girone di ritorno (il nono su sedici gare)un leit motiv che ha congelato le speranze dei tifosi rosanero di approdare ai play off e il Palermo a metà classifica.
Posizione giusta, se si considerano tutte le occasioni sprecate dai rosanero ogni volta che e’ arrivato il momento di svoltare, di fare quel qualcosa in più che avrebbe cambiato la stagione.
Demeriti della guida tecnica, poco incline a cambiare e a spronare? Di una rosa o di un reparto, non all’altezza per competere alla lotta play off?
Di una società con un obiettivo dichiarato per questa stagione e che ha stimolato poco per ambire ad altro?
Queste domande, mi accompagnano verso il divano, verso un pisolino post pranzo, per gli orari maledetti del calcio moderno, con una digestione turbolenta come più volte accaduto quest’anno.
PS
Complimenti al Palermo FC, società, staff tecnico e giocatori per l’accoglienza a Nicoló Maja, scampato a una tragedia familiare e gran tifoso rosanero.
Prestazione grandiosa rosanero, questa si.
vd