di Vito Discrede
“Minchia ru friddu’!”
E’ la cosa che senti dire di più nel tragitto verso la gradinata.
Molti non ci sono;anche qualcuno tra i soliti e
“Minchia ru friddu’!”
E’ la cosa che senti dire di più nel tragitto verso la gradinata.
Molti non ci sono;anche qualcuno tra i soliti e indomiti compagni di battaglia questa volta e’ assente: maledetta pioggia e calcio spezzatino!
“Rari Nantes in gurgite vasto” già pochi nuotatori fra i grandi gorghi, ma buoni e fieri.
Comincia così Palermo-Bari, la sfida ai lanciatissimi galletti pugliesi.
Giove pluvio ed Eolo dei venti re indefesso, la fanno da padroni.
E io mi ritrovo in gradinata meno in compagnia del solito.
Ma mi acclimato subito: c’è Peppino la’ sotto….Me la vedo con lui!
L’inizio è contratto: “l’acqua ci fici ruggine!” sentenzia uno che sembra il clone dell’omino della Michelin.
In effetti siamo tutti bardati come per una spedizione al polo nord!
I nostri d’arrabbatano, combattono e conquistano terreno, zuppo d’acqua e di vento.
Ma il pugliese non molla e in contropiede insidia e spaventa.
0-0 giusto a metà tempo.
Non si vede quello dei ghiaccioli: potenza di un tempo da lupi!
Si riparte: stavolta loro pare abbiano preso le misure e avanzano; ma e’ un fuoco di paglia (ci vorrebbe come il pane, per scaldarsi!), dura poco.
La pioggia e il vento freddo sembrano congelare il risultato ad occhiali.
E poi verso il tramonto del cronometro, un dejavu, come col Parma la testa di Marconi, che stavolta la ciabatta , con lo stesso epilogo:gol!
E tutto diventa il calore di abbracci entusiasti, felicità inspiegabile che solo il pallone sa dare.
Il finale è incandescente: i nostri mettono il cuore la “tigna”; i galletti finiscono per arrostire nctefuli nella loro rabbia.
E alla fine e’ un tripudio: nel gelo tanti cuori caldi, festanti e gioiosi, con tutti i rosanero e il Genio sotto la curva, come ai bei tempi, mai dimenticati.
compagni di battaglia questa volta e’ assente: maledetta pioggia e calcio spezzatino!
“Rari Nantes in gurgite vasto” già pochi nuotatori fra i grandi gorghi, ma buoni e fieri.
Comincia così Palermo-Bari, la sfida ai lanciatissimi galletti pugliesi.
Giove pluvio ed Eolo dei venti re indefesso, la fanno da padroni.
E io mi ritrovo in gradinata meno in compagnia del solito.
Ma mi acclimato subito: c’è Peppino la’ sotto….Me la vedo con lui!
L’inizio è contratto: “l’acqua ci fici ruggine!” sentenzia uno che sembra il clone dell’omino della Michelin.
In effetti siamo tutti bardati come per una spedizione al polo nord!
I nostri d’arrabbatano, combattono e conquistano terreno, zuppo d’acqua e di vento.
Ma il pugliese non molla e in contropiede insidia e spaventa.
0-0 giusto a metà tempo.
Non si vede quello dei ghiaccioli: potenza di un tempo da lupi!
Si riparte: stavolta loro pare abbiano preso le misure e avanzano; ma e’ un fuoco di paglia (ci vorrebbe come il pane, per scaldarsi!), dura poco.
La pioggia e il vento freddo sembrano congelare il risultato ad occhiali.
E poi verso il tramonto del cronometro, un dejavu, come col Parma la testa di Marconi, che stavolta la ciabatta , con lo stesso epilogo:gol!
E tutto diventa il calore di abbracci entusiasti, felicità inspiegabile che solo il pallone sa dare.
Il finale è incandescente: i nostri mettono il cuore la “tigna”; i galletti finiscono per arrostire increduli nella loro rabbia.
E alla fine e’ un tripudio: nel gelo tanti cuori caldi, festanti e gioiosi, con tutti i rosanero e il Genio sotto la curva, come ai bei tempi, mai dimenticati.
Accanto con me a goderci la scena, l’amico inseparabile Dario Pezzino incrocio il suo sguardo vedo i suoi occhi lucidi per la prima volta stasera non per il freddo ma per l’emozione di una vittoria, insperata, ma tutto sommato meritata.